
Con ordinanza del 26 maggio 2023, n. 14779, la Terza sezione civile della Corte di cassazione ha affermato che nel procedimento per convalida di licenza o di sfratto, l'opposizione dell'intimato dà luogo alla trasformazione dello stesso in un processo di cognizione, destinato a svolgersi nelle forme di cui all'art. 447-bis cod. proc. civ., con la conseguenza che il "thema decidendum" può dirsi cristallizzato solo in virtù della combinazione degli atti della fase sommaria e delle memorie integrative di cui all'art. 426 cod. proc. civ., potendo, pertanto, l'originario intimante, in sede di mutamento del rito, non solo emendare le sue domande, ma anche modificarle.
La società locatrice di una stanza non arredata adibita ad uso ufficio aveva intimato sfratto per morosità alla conduttrice. A seguito delle difese della convenuta, che aveva eccepito la carenza...